Pisa Book Festival 2013: libri, traduzioni, workshop e molto altro

Help Traduzioni - Biglietto PBF 2013

di Angela Di Giorno

Si è concluso domenica il Pisa Book Festival 2013, evento che per Help Traduzioni  è ormai diventato un appuntamento fisso. La nostra partecipazione è stata anche quest’anno sentita ed entusiastica, in primo luogo in qualità di traduttrici, dato il prezioso spazio riservato all’interno della fiera al nostro settore.

Gli incontri organizzati nella giornata di venerdì dal PBF Translation Center a cura di Ilide Carmignani hanno anche quest’anno fornito interessanti spunti di riflessione sulla professione del traduttore editoriale e hanno dato a traduttori, editori, autori l’occasione di confrontarsi e indagare le dinamiche dei cambiamenti che stanno interessando il mondo della traduzione editoriale

Roberta Scarabelli e Annamaria Raffo, traduttrici e socie AITI, al Pisa Book Festival 2013
Roberta Scarabelli e Annamaria Raffo al PBF 2013

Ho trovato molto coinvolgente l’incontro con Annamaria Raffo e Roberta Scarabelli, due delle traduttrici di “Inferno” di Dan Brown e socie AITI, le quali hanno descritto gli aspetti positivi e le difficoltà incontrate, raccontato gli stati d’animo e sfatato alcuni dei miti alimentati dalla stampa circa l’insolita avventura professionale di cui sono state partecipi ossia la traduzione dell’ultimo thriller dell’autore americano ambientato a Firenze. E’ vero che erano state adottate delle misure di sicurezza particolari affinché non trapelasse nulla del libro, i traduttori però non erano stati rinchiusi in un bunker ma solo nella “Sala Formazione” della Mondadori a Milano.

Non ho partecipato comunque solo in qualità di traduttrice. Il Pisa Book Festival offre svariati stimoli e si rivolge a tuttiinnanzitutto agli amanti della lettura, agli aspiranti scrittori, agli autori, alle case editrici emergenti, agli insegnanti, agli alunni, ai bambini (con la sezione Junior) e agli adulti, oppure semplicemente a chi entra per fare un giro tra gli stand degli espositori alla ricerca di libri, pubblicazioni originali e novità, a chi è curioso di vedere dal vivo il conduttore di Voyager Roberto Giacobbo, intervenuto sabato – per scoprire per inciso che è altissimo!

Personalmente, credo che per apprezzare a pieno l’evento non ci si debba limitare a dare un’occhiata ai banchetti ma partecipare alle attività e incontri proposti.

Pesca una storia. Esercizi di scrittura aperti a tutti.
Pesca una storia. Esercizi di scrittura aperti a tutti.

Ad esempio, nella giornata di venerdì, la lezione di tedesco offerta dall’Istituto Culturale Italo-Tedesco di Pisa in collaborazione con il Goethe Institut, tenuta da un’insegnante madrelingua di Francoforte, non è stata solo un gradevole e inatteso intermezzo ma anche un momento produttivo dato che ho imparato a contare in tedesco fino a 20! Durante il laboratorio di scrittura autobiografica “Pesca una storia”, tenuto sabato pomeriggio dalle docenti Carla Benedetti e Marta Marconi della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, è stato valorizzato l’aspetto psicoterapeutico della scrittura in quanto espressione del sé. I partecipanti sono stati invitati ad estrarre da una scatola un bigliettino contenente una parola chiave o citazione, a scrivere un breve testo sull’argomento e, qualora volessero, a leggerlo agli altri.

Particolarmente significativo domenica pomeriggio è stato l’incontro con la filosofa ungherese Ágnes Heller, testimone dei totalitarismi del ‘900 – nazismo e stalinismo – e massimo esponente della cosiddetta Scuola di Budapest, intervenuta per la presentazione del suo libro-intervista “I miei occhi hanno visto” (Edizioni Il Margine). La Heller afferma che la storia ci ha insegnato che non esiste un rapporto univoco tra la dicotomia bene/male e giusto/sbagliato. Ai nostri giorni, dunque, non ha più senso domandarsi cosa siano il bene e il male. La domanda da porsi è piuttosto chi è l’uomo buono e cosa fa.

Galileo vs. Modì
Derby letterario tra Pisa e Livorno

La presentazione dei 20 derby letterari tra autori pisani e autori livornesi contenuti nel libro “Galileo vs. Modì” (Historica Edizioni) si è svolta nell’ultima giornata sotto forma di uno scoppiettante botta e risposta che ha divertito il pubblico intervenuto, tanto numeroso da richiedere la suddivisione dell’evento in due tranches della durata di mezz’ora per permettere a tutti di partecipare. L’idea del libro nasce dalla nota rivalità tra Pisa e Livorno e si è concretizzata in un progetto editoriale originale: alla fine del libro c’è una schedina che ogni lettore potrà compilare – con il classico metodo 1, 2, x – e spedire all’editore superpartes Francesco Giubilei – che tra l’altro è l’editore più giovane d’Italia – per decretare il vincitore della sfida letteraria.

Credo che in una città universitaria come Pisa sia importante dare spazio alla cultura in tutte le sue forme. Eventi come il Pisa Book Festival sono in grado di arricchire la vitalità culturale del contesto cittadino. Certo, come in ogni iniziativa, ci sono aspetti organizzativi che possono essere migliorati o che non accontentano le esigenze di tutti. Sono sorte quest’anno polemiche riguardo al fatto che l’entrata fosse a pagamento. Posto che anch’io credo che la cultura sia di tutti e per tutti, trovo la critica non del tutto pertinente, dato che l’entrata nella giornata di venerdì è rimasta libera e il costo del biglietto per le giornate di sabato e domenica era comunque inferiore a quello del biglietto di un qualsiasi museo o cinema.

Help Traduzioni con Carmine Abate al Pisa Book Festival 2013
Help Traduzioni con Carmine Abate al Pisa Book Festival 2013

Per quanto mi riguarda anche per quest’anno le aspettative non sono state affatto deluse e attendo naturalmente di scoprire cosa ci riserverà di interessante la prossima edizione. A tal proposito chiudo con due piccoli riferimenti al bottino che mi porto a casa dall’edizione di quest’anno: innanzitutto il “Dizionario calabrese italiano” di Francesco Laruffa con la prefazione di Tullio De Mauro (Edizioni Exorma) e poi un incontro tanto fortuito quanto fortunato con lo scrittore calabrese Carmine Abate, vincitore del Premio Campiello 2012 con il romanzo “La collina del vento“.

Libri da leggere… un giochino

di Daniela Corrado

L’estate, o meglio la primavera, si avvicina e già pregusto le letture estive che farò sotto l’ombrellone! Mi si potrebbe obiettare che siamo ancora a marzo… Vero. Ma, quando si lavora tanto, si sogna sempre di avere il tempo per andare in vacanza. E guai a smettere di sognare.

E allora, dato che qui a Pisa, da dove scrivo, nonostante sia marzo piova in maniera ininterrotta da circa una settimana, in attesa/auspicio che arrivi Zefiro portando con sé il sole e il bel tempo che preannuncia l’estate, mi sono messa, come spesso si usa nelle “mezze stagioni”, a fare ordine e pulizia in casa, iniziando anche a buttar giù una piccola lista (in realtà si è pian piano allungata fino a diventare enorme!) di  libri e riviste che avrei voluto leggere durante l’inverno e invece, a causa di vari impegni, nella maggior parte dei casi non sono riuscita nemmeno ad aprire.

A questa lista vorrei aggiungere dei nuovi titoli (a proposito, si accettano consigli) e così, navigando sul web alla ricerca di idee, mi sono ritrovata sul sito dailyinfographic.com; dove, a proposito di libri, ho trovato un giochino carinissimo che sembra fare proprio al caso mio (preso dal sito teach.com).

Condivido volentieri questa scoperta anche qui sul blog, con tutti i lettori di Help Traduzioni, sperando possa far sognare e annusare anche a voi l’arietta estiva e vacanziera che tra pochi mesi ci aspetta.

Buona lettura e buon test!

Books To Read This Summer, via teach.com
Books To Read This Summer, via teach.com

Il traduttore è l’ultimo, vero cavaliere errante della letteratura

traduzioni-libri

di Daniela Corrado

Immobile davanti ad un enorme scaffale pieno di libri, Katie non riusciva a scegliere il regalo più adatto per suo padre. Dalle mensole le copertine colorate sembravano ammicare sussurrandole: “Prendi me, prendi me! Non ti deluderò.” Paralizzata, Katie si chiese quale libro avrebbe dovuto comprare. Troppa scelta, ed ecco -immancabile- il tilt.

Katie non è una mia amica, ma la protagonista del romanzo “How to Be Good” di Nick Hornby. Katie non esiste, se non nelle pagine del libro di Hornby; eppure, lei ed io, abbiamo qualcosa in comune.

Entrando in libreria, penso spesso che i libri non siano mai troppi. Mi capita di avere mille titoli in mente, e mi chiedo quale di essi comprerò. Tuttavia, una volta entrata, sola di fronte agli scaffali, non so più scegliere. In quel momento mi accorgo che Katie ed io siamo diventate una cosa sola: donne paralizzate dall’indecisione.

Non so bene quale criterio guidi la mia scelta, ma alla fine riesco sempre ad uscire dalla libreria con un volume nuovo di zecca ben avvolto in un’elegante bustina di plastica colorata. “Librodipendente”, ripeto fra me e me. Ma il senso di colpa non mi attanaglia affatto.

Questa volta ho acquistato “I ferri del mestiere” di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, un libro che non vedo l’ora di leggere! In esso Lucentini, nei panni del Prof. Marziano, impartisce lezioni di traduzione. Ecco, a proposito della traduzione, un estratto:

Il problema del tradurre è in realtà il problema stesso dello scrivere e il traduttore ne sta al centro, forse ancor più dell’autore. A lui si chiede di essere insieme, e a freddo, Napoleone e il suo più infimo furiere, di avere lo sguardo d’aquila dell’uno e la maniacale pignoleria dell’altro. Gli si chiede di dominare non una lingua, ma tutto ciò che sta dietro una lingua, vale a dire un’intera cultura, un intero mondo, un intero modo di vedere il mondo. E di sapere annettere imperialisticamente questo mondo a un altro del tutto diverso, trasferendo ogni sfumatura, registro, accento, allusione, tonalità entro i nuovi confini. Gli si chiede infine di condurre a termine questa improba e tuttavia appassionata operazione senza farsi notare, senza mai salire sul podio o a cavallo. Gli si chiede di considerare suo massimo trionfo il fatto che il lettore neppure si accorga di lui. […] Il traduttore è l’ultimo, vero cavaliere errante della letteratura.”

Nel leggere l’ultima frase ho ancora la pelle d’oca. Ci viene chiesto di portare le parole degli altri passando inosservati. Ci viene chiesto di essere orgogliosi della nostra identità fantasma. Ci viene chiesto di essere veloci. Ci viene chiesto di capire sempre ciò che non sempre si può capire. Ci viene chiesto di trovare le parole adatte quando talvolta non ce ne sono. Ci viene chiesto d’inventare, ma non troppo. Ci viene chiesto persino di lavorare gratis. E, nonostante tutto, si fa.

Sarà una forma di masochismo? Non credo. Sono convinta che si tratti semplicemente di una sottesa Etica del Traduttore. Se nelle fiabe esistono re senza corone, perché meravigliarsi dei traduttori senz’albo?

“We are such stuff as dreams are made on”, diceva Shakespeare.

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