Biscuiterie Jeannette: tra letteratura e marketing

Biscuiterie Jeannette

Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati madeleine, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della madeleine. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicissitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della madeleine…

(Marcel Proust, Dalla parte di Swann)

Nell’epoca della globalizzazione, l’artigianato purtroppo se la passa sempre peggio. L’ennesima conferma è nel caso della Biscuiterie Jeannette, una delle più antiche biscotterie del nord della Francia (a Caen, nella regione del Calvados), costretta a dichiarare fallimento lo scorso 18 dicembre dopo ben 164 anni di attività (dal 1850).

Secondo la tradizione, la madeleine, simile ad un plum cake, ha avuto origine nell’Ottocento. Ad inventarla fu la pasticcera (o cuoca) Madeleine Paulmier, impiegata al servizio del nobile polacco Stanisław Leszczyńsk. Dal nome di questa donna, Luigi XV di Francia, genero di Leszczyńsk, decise di trarre anche il nome del dolce.

Dalla commistione di storia, tradizione, leggenda e bontà questo tipico dolce francese è arrivato fino ai nostri giorni.

Nei mesi scorsi i dipendenti della Biscuiterie Jeannette, per non perdere il lavoro, hanno deciso di occupare la fabbrica nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica, rilanciare la produzione e trovare un finanziatore.

Il rilancio passa anche attraverso i moderni strumenti di marketing, come ad esempio la creazione di un nuovo sito internet (biscuiterie-jeannette.com) o i social media (pagina Facebook), ma nessuno di questi strumenti è in grado di competere con la fascinosa descrizione di Proust: una pubblicità eterna.

Rileggendo la citazione qui sopra, non sentite l’impulso di addentare immediatamente uno di questi dolcetti? Dite la verità… 😀

Eppure, la letteratura, come spesso avviene, sembra non essere sufficiente. Allora siamo qui, con questo post, a chiedervi di mettere un “mi piace” sulla pagina di questa storica biscotteria francese, sperando di riuscire a dare eco anche in Italia alla giusta protesta di questi lavoratori.

Sito web aziendale? Traduciamolo così

Internazionalizzazione sitowebdi Daniela Corrado

Come ogni altro strumento di comunicazione esterna, il sito web aziendale ha bisogno di cura e attenzione.

La scelta di immagini, contenuti, font e colori è alla base di una buona comunicazione, così come la qualità e quantità di traduzioni proposte.

Oggi, avere un sito web tradotto in una o più lingue può essere strategicamente importante sia per le piccole che per le grandi imprese.

Nell’ultimo mese, lavorando su un progetto di marketing, mi è capitato di analizzare i siti web di alcuni bed & breakfast italiani che non presentavano pagine multilingue o, peggio, traduzioni clamorosamente errate.

Per questo, chiunque voglia far tradurre il proprio sito web, deve tenere ben presente che la traduzione dei contenuti deve essere:

1. valutata attentamente in base al tipo di attività ed effettuata solo nelle lingue in cui si ritiene necessaria

2. affidata a traduttori madrelingua (secondo me ne occorrono almeno due: uno madrelingua per il testo di arrivo e uno per quello di partenza. L’ambiguità semantica è sempre in agguato dietro l’angolo e, in lavori del genere, quattro occhi sono senz’altro meglio di due)

3. calibrata in base al target di riferimento (ad es. non ha senso tradurre letteralmente la frase “qui potrete assaggiare una gustosa cecina” senza spiegare “ che cos’è” la cecina ad un lettore straniero)

4. ottimizzata per i motori di ricerca (anche le immagini!) tenendo presente che in altri paesi non tutti gli utenti adoperano Google come strumento principe per effettuare le loro ricerche.

Il consiglio principale che possiamo darvi è quello di affidarvi a consulenti esperti, in grado di ascoltare le vostre esigenze e consigliarvi davvero per il meglio. Se desiderate un sito web che sia efficace per i mercati esteri, leggibile ad utenti non italiani e culturalmente appropriato, affidatevi sempre a professionisti e traduttori linguisti esperti che conoscano la cultura del paese di riferimento e i principi di base della comunicazione sul web.

Il rischio di affidarsi a qualcuno che si limiti a tradurre in maniera letterale i testi presenti sul vostro sito, senza adattarli culturalmente al mercato di riferimento, è quello di incorrere alla fine in un forte danno di immagine a cui ovviamente fa seguito una perdita economica importante.

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