Richiesta preventivo: un passaggio delicato ma essenziale

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diDaniela Corrado

Questo post è dedicato a un argomento che può sembrare in prima analisi banale, ma che non è certo da sottovalutare per chi svolge un lavoro da freelance: mi riferisco alla scrittura del preventivo.

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Giorni fa mi lamentavo su Facebook della richiesta di preventivi per le traduzioni senza dar modo al traduttore di visionare il testo. Ecco, il preventivo, a mio parere, è un passo importante nell’acquisizione del cliente. Attraverso la precisione e la correttezza del preventivo il freelance riesce a parlare di sé, presentare il lavoro che andrà a fare, ritagliare una tariffa “su misura” che meglio si adatti alle esigenze del cliente e, soprattutto, stabilire un primo importante contatto basato sulla professionalità e la fiducia.

Impostare sin dal primo momento una buona comunicazione, ascoltare le esigenze del cliente e ideare un preventivo che soddisfi a pieno sia il professionista, sia chi necessiti di una prestazione professionale è dunque un passaggio delicato ma essenziale.

Perché ho usato il termine “delicato”? Perché l’idea che il cliente si fa di noi, della nostra professionalità e del nostro lavoro passa obbligatoriamente da lì. Se il preventivo non va bene e non soddisfa le aspettative di chi lo riceve, ovviamente la comunicazione si chiude e il lavoro è perso.

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Apro una piccola parentesi: nonostante l’importanza di ascoltare e la buona volontà di realizzare una richiesta siano in cima alla lista delle priorità, bisogna tuttavia ammettere che chi scrive o chiama per ricevere un servizio non sempre ha piena coscienza di ciò che è davvero più adatto al suo scopo, e quasi sempre occorrono le domande “giuste” da parte del professionista per capire come poter pienamente soddisfare le sue necessità:

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Una volta, ad esempio, all’inizio della mia carriera di traduttrice, mi capitò un cliente che necessitava di una traduzione del curriculum, e fin qui nulla di strano. Nella mia ingenuità di traduttrice alle prime armi non mi venne in mente di chiedere al cliente se il curriculum fosse destinato a più aziende con l’obiettivo di ricercare un impiego al di fuori dell’Italia, ad un’azienda specifica con sede in una località determinata, o per la partecipazione ad un bando. Il risultato fu che io lo tradussi in British English per poi vederlo pubblicato sul web in un inglese che, in realtà, era una via di mezzo tra l’American e il British! Una cosa inguardabile, vi giuro. Probabilmente il cliente aveva bisogno di una traduzione in American English, ma aveva omesso di dirmelo (e io di chiederlo) e così, nel tentativo di adattare ciò che io gli avevo consegnato, e che certamente a lui sembrava un po’ troppo pieno di “s” dove invece era sempre stato abituato a vedere delle “z”, decise di fare da sé e modificare la traduzione…

È un esempio banale, ma vi giuro che ci misi del tempo per capire cosa fosse successo, per quale ragione la mia traduzione fosse stata così storpiata, e soprattutto ricordo che con sollievo pensai: “Per fortuna non c’è il mio nome scritto lì sotto…

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Per cui, nella prima comunicazione scritta o telefonica, ancor prima di buttare giù la vostra proposta di preventivo, è importante capire bene cosa “serve”, e non tanto cosa “vuole” chi sta dall’altra parte.

Detto questo, l’abitudine di fare preventivi senza vedere il testo che si andrà a tradurre per me è fuori da ogni logica. Probabilmente è un mio limite, non so. Posso informare il cliente delle mie tariffe in maniera generica, questo sì, ma non posso di certo dirgli quanto esattamente andrà a spendere senza vedere la base del lavoro. Per cercare di spiegare questo mio punto di vista ai clienti, che quasi mai capiscono questa cosa e vogliono sempre semplicemente “avere un prezzo” (possibilmente basso), uso spesso la metafora che io chiamo del “muratore”:

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Se un cliente necessita della ristrutturazione di un appartamento che ha acquistato, il muratore, o chi si occuperà della ristrutturazione, fissa con lui un appuntamento per visionare la proprietà. Sulla base delle richieste del cliente, il budget, la struttura della casa e le misure prese, si andrà poi a proporre un preventivo ritagliato apposta per quel cliente e quella proprietà. Per le traduzioni (ma anche per la creazione di un sito internet, un progetto di grafica, la scrittura di un articolo o una campagna di web marketing)  è esattamente lo stesso procedimento. Non basta avere una richiesta generica per esprimere con precisione una proposta di compenso, occorre poter vedere la struttura e la base del lavoro.

Dal momento che il preventivo è l’accordo iniziale su cui si baseranno non solo i rapporti con il cliente, ma anche i potenziali lavori futuri, è importante tenere aperte le orecchie e le idee per sfruttare questo strumento nel modo più efficace e proficuo per noi e per chi ci contatta. Appena ho un po’ di tempo cercherò di scrivere qualcosa di più specifico, un po’ di tips, su come redigere un preventivo

1 Comment

  1. Concordo pienamente con la metafora “del muratore”.
    Invece di abbozzare una cifra quasi “a caso” conviene prendere piena visione del lavoro che si andrà a fare. Solo in questo modo sarà più facile accordarsi con il cliente e lavorare serenamente. Solo quando ci si sarà fatti un’idea precisa del testo da tradurre

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